"La combinazione stretta fra interessi culturali primari e realizzazioni artistiche trova in Bernarda Visentini un terreno di fertile crescita su motivi che dall’osmosi tra tensione conoscitiva e opera d’arte si muovono verso approdi significanti ogni volta diversi, anche se prelevati sempre da un circuito arcaico. Sedotta dalle temperie di siti archeologici che parlano di ere remote (dall’Irlanda alla Val Camonica, alla Sicilia; dai congressi di studio alla visita di luoghi portati alla luce da scavi recenti), l’artista è andata maturando una propria concezione della scultura, come territorio di scoperta continua nel valore emblematico del tempo e nella carica simbologica di civiltà lontane, capaci di parlare attraverso i reperti che gli studiosi hanno “disvelato” e catalogato.

L’operazione di Bernarda Visentini non si configura, come potrebbe apparire a una prima valutazione superficiale, come una fuga all’indietro verso il recupero di risonanze intellettuali e morali inscritte nella realtà neolitica, per esempio; è bensì la sintesi visibile in forme scultoree di un approfondimento sulle tematiche primordiali, a cui l’artista accorda il privilegio di un’attenzione specifica, confortata da studi personali e partecipazioni a molteplici convegni scientifici. Ecco il dato che scaturisce da un esame dell’opera: l’aderenza al repertorio di testimonianze antiche attraverso un’interpretazione poetica del complesso iconografico e sacro-architettonico che, nel presente, dominato dai linguaggi convenzionali della telematica, fanno il paio con i segni di comunicazione del mondo attuale.

Dalle pietre scolpite alle incisioni rupestri, dalle colonne votive alle achitetture sacre proviene all’artista un cumulo di significati che danno vita a “creature” strappate alla storia di millenni per vivere nelle articolazioni del tempo odierno, ove i simboli che emergono sono diversi eppur simili nella formulazione. Spirali, cerchi, losanghe, tracce ideogrammatiche, reticoli, fraseggi lineari, emblemi sacri ricamano la superficie di sculture dove il segno si afferma in positivo (rilievo) o in negativo (inciso) e la complessità del corpo plastico è dato dalla grammatica compositiva dell’accostamento, della sovrapposizione o dell’incastro. In un viaggio immaginario verso le origini, al fruitore è dato di tentare una ricostruzione di un passato che gli appartiene solo storicamente attraverso la disseminazione di pietre, frammenti architettonici i quali sono sostanzialmente messaggi di un’intellettuale odierna ai tempi e agli ambienti che la circondano, facendo vibrare la corda sensibile dell’essenzialità primordiale."

prof. Santese Enzo - Scrittore e critico d’arte